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“In inglese, il significato di lead è "guidare", mentre come sostantivo indica la frase iniziale di un testo giornalistico, il ruolo dell'attore principale in uno sceneggiato, l'indizio che instrada un detective in un'indagine, l'atleta in testa in una competizione sportiva, un passaggio in centrocampo nel football ...”

 

Abbiamo scelto il nome LEAD per il suo significato giornalistico, dove il lead indica la frase iniziale di un articolo o di un comunicato stampa. In sintesi, il suo attacco, quelle righe dense e sintetiche in cui concentrare la notizia che ti sta a cuore e “farla passare”, non tagliare né travisare. 
Scopo del LEAD è catturare in poche battute l’attenzione. Un buon LEAD è più che mai fondamentale oggi, in un’epoca veloce e distratta, che corre sul web. 
Oggi il LEAD nel linguaggio di marketing ha esteso il suo significato ad ambiti più business ed è definibile come il
contatto data driven che, ben coltivato, da prospect promette di trasformarsi in cliente.
E il nome LEAD ancora oggi ci racconta perfettamente, come un’agenzia composta da
giornalisti che si muovono agilmente su tutte le piattaforme informative con i linguaggi più adatti, creando contenuti, coltivando contatti, creando relazioni e, con la parola che sa tradursi in azioni, fanno crescere indirettamente anche il business dei Clienti.
Siamo considerati una boutique, capace di costruire – come un abito sartoriale – la strategia su misura per il cliente. Perché ogni nuovo cliente è per noi una nuova storia che comincia. Basata sulla fiducia, la credibilità, la relazione costante e personale.

Nulla ci definisce meglio del nostro nome: LEAD

​​​​LEAD è una squadra nella quale le potenzialità di ogni singolo professionista vengono valorizzate al meglio, non solo per il conseguimento degli obiettivi, ma anche per arricchire di proposte e suggerimenti i progetti in corso.

Il team mette in campo tutta la sua creatività, pronto a raccogliere stimoli, aggiornamenti e input di varia provenienza per trasformarli in nuove idee.

Anche in LEAD c’è un lead: 
Anita Lissona
Laureata in filosofia, sceglie la comunicazione come terreno per applicarne metodo e valori, convinta che solo solide basi culturali, curiosità intellettuale e spirito critico, ma costruttivo possano davvero aiutare brand, aziende, progetti ad acquisire reputazione e solida credibilità. Giornalista pubblicista, è sposata e ha una figlia. Nel 1993 fonda Lead Communication di cui è tuttora Presidente, seguendo personalmente la definizione strategica e lo sviluppo progettuale delle attività per tutti i clienti dell’agenzia. Conta rapporti personali di lunga data con opinion leader nell'area dei media, della cultura, delle istituzioni e dello spettacolo.


Per conoscerla meglio, un’ampia intervista su Media Key del gennaio 2023:

 

“SONO LE PR, BELLEZZA!”
Di Gianni Martinelli

Era il 1993 quando Anita Lissona, giovane professionista milanese delle relazioni pubbliche decide il grande passo e fonda la propria sigla, LEAD Communication, lasciando la comfort zone della grande agenzia dove aveva mosso i primi passi. Tempo di bilanci e di riflessioni su un mestiere impossibile da ricondurre a schemi fissi perché frutto di un vero e proprio cocktail tra ragione e sentimento, tecnica e fantasia, lucidità ed empatia. così poco classificabile che tutti ritengono di poterlo fare. Quando le chiediamo di definire con una battuta il suo lavoro in questa intervista che Media Key le dedica alla vi­gilia di un compleanno lavorativo non facile da raggiungere, soprattutto nel mondo affollato e multiforme della comunicazione, i 30 anni, Anita Lissona ricorre a una parafrasi della celebre battuta cinematografica: “Sono le PR, bellezza!”. Vuole parlarci di questa fase della sua vita professionale? Trent’anni sono un compleanno importante per un’impresa di comunicazione che riempie di orgoglio, ma impone anche domande. Può assalirti un dubbio di anzianità raggiunta, di necessità di fare spazio a nuovi stili di pensiero e relative nuove leve. Dubbio, che a dire il vero, mi pongo continuamente perché so quanto la freschezza d’approccio condizioni efficacia e risultati. Non è il momento di cedere il passo finché a guidarti sono passione, curiosità e aggiornamento continuo, sia di tecniche che di sensibilità specifiche. Senza però perdere una virgola dei fondamentali: buona cultura, garbo, attenzione, abbinati a concretezza e capacità organizzative quasi militari. Come riassumerebbe questi anni? Anni di consulenza in comunicazione d’impresa, di progetti ideati e realizzati, di crescita condivisa con realtà italiane e internazionali alla ricerca di reputazione, good will, consenso, valori intangibili che si traducono in business sostenibile sotto ogni profilo. Anni di gestione di brand prestigiosi e lancio di nuovi, a patto di sentirli ‘propri’ al punto da rifiutare coraggiosamente incarichi poco convincenti o non affini. Con il risultato di un elevato tasso di clienti ‘fedeli’ che arrivano a toccare punte di 25 anni di rapporto ininterrotto. Si può presentare? Quali sono state le tappe principali della sua carriera che l’hanno portata a fondare LEAD Communication? Sono cresciuta respirando comunicazione già in famiglia, con i libri di lettering e di fotografia di mio padre, grafico pubblicitario, accanto a quelli di fiabe e poi di scuola. Questo imprinting ambientale mi ha formata al gusto di comunicare sia con la parola, sia con le immagini. Affascinata dal potere della parola, scelgo la laurea in filosofia perché il mio sogno era quello di diventare una giornalista. Ma le relazioni pubbliche, disciplina allora nuova in Italia, erano dietro l’angolo: colgo al volo l’opportunità di entrare come senior account in S.P.C. Società Piani di Comunicazione, allora tra le prime agenzie di PR del Paese. La mia vera scuola, dove ho lavorato da subito con importanti brand italiani e internazionali, capendo che quello era il lavoro che volevo fare, ma a modo mio. Nel 1993 ho deciso di fondare Lead Communication, alla ricerca di un modello di consulenza ‘a filiera corta’ che conciliasse l’approccio personale del professionista con quello strutturato dell’agenzia. Da allora la crescita di Lead è stata costante, con l’acquisizione ogni anno di clienti di primaria importanza. Scorrere le tante sigle con cui ho avuto l’opportunità di collaborare mi inorgoglisce perché mi sento parte di un processo di crescita collettiva a cui le PR fatte bene, senza trucchi e senza inganni, hanno dato un contributo importante. Ho comunque sempre continuato anche a svolgere la mia attività di giornalista, sono infatti iscritta sia all’Ordine dei giornalisti che alla FERPI, Federazione dei professionisti di relazioni pubbliche, così come l’Agenzia oggi è partner di UNA Aziende di Comunicazione Unite. Quale è oggi la mission di LEAD Communication e quali sono i suoi principali punti di forza? Nel gergo giornalistico, il lead è il primo capoverso enunciativo di un articolo o di un comunicato stampa. In sintesi, il suo attacco, quello in cui riassumere i topic del messaggio che ti sta a cuore e che si prefigge di catturare in poche battute l’attenzione del tuo target, creando i presupposti per la sua adesione anche dialettica a quel contenuto. Un buon lead è più che mai fondamentale oggi, in un’epoca veloce e distratta, che corre sul web. Dobbiamo poter riconoscere il lead in ogni atto o passaggio del progetto di comunicazione che sviluppiamo per il cliente: in un’intervista su un grande quotidiano, in un evento, nel prodotto o servizio che pro­ muove, nel comportamento dell’imprenditore o di un manager. Ci può parlare anche del vostro team? Quali sono le caratteristiche principali di un team di successo? Siamo un’agenzia snella, veloce, solida, composta da professionisti della comunicazione con esperienze pluriennali nel campo delle media e public relation, delle digital PR e nell’organizzazione di eventi. Oltre all’affiatamento, la caratteristica che contraddistingue il gruppo è la versatilità. Esperienze e capacità differenti si integrano perfettamente per contribuire a ogni step di lavoro. È una squadra dove le potenzialità di ognuno vengono valorizzate al meglio, non solo per il conseguimento degli obiettivi, ma anche per arricchire di proposte i progetti in corso. Il team, infatti, mette in rete anche la creatività, pronto a raccogliere stimoli, aggiornamenti e input di varia provenienza per trasformarli in nuove idee. Ci piace essere considerati partner dai clienti, non semplici fornitori di servizi. Quali sono i clienti di LEAD Communication? Si può dire che non c’è settore che non abbiamo toccato in questi anni, dal beauty al fashion, dalla cultura all’home care, dal professionale al largo consumo. All’appello mancano solo settori come meccanica, tecnologia, finanza, ma mai dire mai. I nostri clienti appartengono oggi prevalentemente ad ambiti quali il food & beverage, l’agroalimentare, la sostenibilità, la distribuzione moderna e il retail, la ricerca. Una varietà di settori che ci consente un approccio trasversale, creativo e consapevole di più linguaggi. Seguo personalmente la definizione strategica e lo sviluppo progettuale delle attività per tutti i clienti, grandi o piccoli che siano. Tra questi, grandi marchi del Made in ltaly di cui promuoviamo il legame con il territorio, come Monini, Fabbri1905, Orogel Soc. Coop., Consorzio della Pasta di Gragnano, Consorzio Opera S.C.A., di insegne e realtà della Distribuzione Moderna come MD, CRAI, ADM/Federdistribuzione, seguiamo report ed eventi per The European House-Ambrosetti e siamo incaricati dall’Ambasciata italiana nelle Filippine di favorire l’incremento di export italiano verso il Paese, porta d’ingresso per tutta l’importante area ASEAN. Ci può descrivere qualche progetto particolarmente interessante realizzato di recente? Stiamo seguendo un progetto di comunicazione per un cliente storico come Monini, l’azienda spoletina dell’olio extravergine che nell’anno del Centenario, il 2020, ha varato ‘A Hand for The Future’, 25 progetti di sostenibilità documentati oggi dal 1° Bilancio di sostenibilità dell’azienda. Stiamo sviluppando una serie di experiential tour per piccoli gruppi di stakeholders a cui far ‘toccare con mano’ lo stato dell’arte dei progetti più rilevanti, come il Bosco Monini, iniziativa di piantumazione di olivi su terreni incolti tra Umbria, Toscana, Puglia, che conta al momento oltre 600mila piante sul milione previsto entro il 2030. Per Monini, nostro cliente da oltre15 anni, seguiamo anche i canali Linkedln aziendali e le attività della Fondazione Monini legate a Casa Me­notti e al Festival di Spoleto. In particolare, il Premio ‘Una finestra sui Due Mondi’ assegnato a grandissime personalità artistiche. Per il Consorzio di Tutela della Pasta di Gragnano TGP abbiamo seguito dal 9 all’11 settembre ‘Gragnano 2022’, il ritorno della tradizionale Festa della pasta ferma dal 2019 per la pandemia. Una tre giorni di ‘arte, gusto e cultura’ per raccontare comunità, storia e territorio attraverso l’eccellenza della pasta. Mi piace ricordare anche l’evento ‘Metti una sera a cena’, che nel 2021 ha sancito l’avvio di una collaborazione tra quattro Consorzi di Tutela - Vino Chianti, Pasta di Gragnano IGP, Provolone Val padana, Asti DOCG - per una riflessione comune su problemi e prospettive di un settore pilastro del nostro tessuto economico. Per Fabbri1905, cliente con cui collaboriamo da 25 anni, sviluppiamo iniziative di comunicazione corporate e verso i target professionali e consumer. Ricordiamo le Celebrazioni del Centenario nel 2005, quelle per i 100 anni del prodotto iconico Amarena in onore del quale è stato creato quell’anno il concorso internazionale per bartender in rosa ‘Lady Amarena’. Orogel, leader italiano dei surgelati, ma soprattutto una realtà cooperativa orgogliosamente Made in ltaly dalle profonde radici agricole, composta da oltre 1.600 soci produttori da Nord a Sud della Penisola, ci ha incaricato dal settembre 2020 di un’azione complessiva su brand, corporate e prodotto. Il primo ‘banco di prova’ è stato il lancio di una nuova linea di frutta fresca, Le Meraviglie, in occasione del Macfrut di Cesena. Un lancio strategico, che ha rafforzato il ruolo del brand Orogel Fresco, dedicato esclusivamente all’ortofrutta fresca. Ci può parlare anche della vostra esperienza con realtà della distribuzione moderna? Uno dei nostri clienti storici è MD, il secondo player italiano del settore discount con oltre 800 punti vendita in tutta Italia e 8.500 dipendenti. MD ci ha scelto nel 2015 con l’obiettivo di impostare ex novo un’attività di PR a supporto dell’espansione nazionale dell’insegna. La collaborazione, con iniziative di pubbliche relazioni verso dipendenti, fornitori e partner, prosegue tutt’ora ininterrotta. Un altro importante cliente nel settore della distribuzione moderna è CRAI che si distingue per la capillarità della sua penetrazione sul territorio italiano che ne fa un player leader anche nel mercato di vicinato. Dal 2018 collaboriamo con ADM Associazione Distribuzione Moderna di cui fanno parte Federdistribuzione, ANCC Coop e ANCD Conad, un organo tecnico di studi sul settore che ha in capo l’organizzazione della manifestazione MarcabyBolognaFiere, oggi il più importante marketplace per le insegne retail italiane. ADM ci chiede di dare rilievo nazionale agli studi che vengono dedicati ogni anno al settore e alla MDD, le marche del distributore, un importante biglietto da visita per i retailer che in questo momento storico si profilano come un paracadute anti inflattivo per i consumi degli italiani. Sappiamo di un sodalizio importante con The European House - Ambrosetti: cosa seguite per loro? Per il 1° Think Tank in Italia, il 4° nell’Unione Europea e tra i più rispettati indipendenti a livello mondiale (*Global Go To Think Tanks Report 2021), ci occupiamo dal 2021 dell’ufficio stampa di uno degli eventi clou dell’agroalimentare italiano: il Forum Food & Beverage di Bormio, una due giorni sul presente e futuro del settore con protagonisti i principali Opinion Leader e Stakeholder. Dal2020 seguiamo anche la presentazione del Libro Bianco Valore Acqua per l’Italia. Infine, ci stiamo occupando del Rapporto Strategico sul Retail 5.0 che il think tank ha presentato a Roma il 15 dicembre alla presenza del Ministro Gilberto Pichetto Fratin. Per concludere, siete stati anche tra le prime agenzie italiane a introdurre il temporary o pop up shop nei progetti PR per le aziende, ce ne può parlare? Siamo convinti che anche questa sia una strategia assolutamente vincente e, come diceva anche lei, siamo stati tra i primi a proporla in Italia. Il temporary è un medium in grado di far dialogare fisicamente un brand con il suo pubblico oltre lo spazio commerciale, scaldandone la percezione e declinando i suoi valori in esperienze. Esigenza paradossalmente acuita da pervasività dei social e dalla pandemia. Dalla location alle date, dagli ospiti al programma, progettiamo ogni elemento per raccontare il mondo della marca. Azioni capaci di unire estetica a contenuto, efficacia a strategia, per raggiungere target e obiettivi distintivi. Come dicevo in apertura, consideriamo un nostro dovere essere aperti alle innovazioni e il plauso che riceviamo dai clienti ci incentiva ancora di più.

​Infatti, diamo valore alle persone

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